Antonio Ciavolino
- 29/06/2015 20:11:00
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< Tradì la vetta spoglia della cerchia il ferro nelle vene, a cielo aperto >
un incipit che da solo vale un brano intero, sia per la misura metrica che molto amo e sia per la forza rara dellimmagine. Questo tradimento di cui narri < a cielo aperto> che genera un vulnus del quale scrivi appresso, non è insanabile, benché risalti una sorta di <suicidal tendencie> nella richiesta tua alle stelle, motivata, a mio sentire, da una empatia al femminile che tuttavia non la giustifica. Il bel canto termina con una nota elevata, che rivendica la sua altezza, e la libertà vessata, in una danza liberatoria, ancora a <cielo aperto> riprendendo così nella chiusa laccenno iniziale a meditare e vivere, alla fine, con trasparente chiarità. Concludo rammentando che, il testo me lo suggerisce, lunico atto che nobilita uno schiavo, è la ribellione.
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Giuliano Brenna
- 29/06/2015
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Lamor tradito è quello che maggiormente invoca il parnaso da dove le muse tessono i loro sguardi su chi le invoca. Una poesia molto bella, fitta di sensazioni e richiami, istanze, scissioni e ricongiungimenti identitari.
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Cristina Bizzarri
- 28/06/2015 23:46:00
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La poesia è anche sdegno, e invettiva. Ma anche qui si deve ancora dire, più sereni, Amina, anche tu. Più sereni e chiari e davvero davvero obiettivi, semplici, e non stando da nessuna parte se non da quella in cui ci sntiamo veri. Con rispetto. Ciao.
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